barocco leccese

Marisa BELLO e Giuliano SPAGNUL, consolidati Compagni nella vita e nel percorso artistico, hanno da tempo cercato, e trovato, comunanza interpretativa ed intesa nell’uso dei mezzi espressivi, che confluiscono in una realizzazione artistica caratterizzata da vivace personalità.
Entrambi hanno avuto modo di assaporare l’essenza dei luoghi e dei personaggi che li vivono, delle atmosfere e delle tensioni, delle coerenze e delle incoerenze che caratterizzano la vita di oggi e si immergono nella realtà più viva della quotidianità, con percorso, stimoli, occasioni ed esperienze diverse, ma poi si incontrano e raggiungono l’intesa che li accomuna nel percorso di vita ed artistico.  
Queste condizioni si percepiscono ed emergono alla lettura delle Opere che stiamo osservando, lo stile e la tecnica sono quelli di sempre, quando i due Artisti operano in simbiosi, già ampiamente sperimentati con successo, ma in questa occasione, più che in altre, mi ha colpito un qualcosa di difficilmente definibile che affiora dalla carta e dal colore.
Sarà forse la forte presenza dell’oro, che contrasta il fondo bianco del foglio, l’idea di impreziosire il primo impatto con l’Opera, di rivitalizzare scampoli di architettura “colta” smozzicata dal tempo, oppure soltanto un efficace equilibrio tra pieni e vuoti, tratto ed immagine, colore e fascino della foto in bianco e nero. Ma anche l’efficace “effetto luce”che vitalizia l’immagine facendo risaltare scuro ed ombre. Fatto sta, che l’effetto è tale da farmi soffermare sui particolari, sui puttini alati sorridenti; sorridenti lo erano, ora il loro sorriso è meno evidente, ma comunque emanano un senso di giovinezza, positività ed agilità che contrasta con la rigidità degli elementi architettonici, le colonne, i capitelli, fregi ed architravi, è questa l’interpretazione che gli Artisti propongono del Barocco leccese.
Uno Stile al tempo stesso ricco e austero, ma pure capace di trasmettere semplici sensazioni di serenità.
Richiamo stilistico anche per un elemento che sembra essere tramite, nel tempo, tra l’antichità e staticità della pietra e la vitalità della vecchia Signora: un abito.
Forse la Signora lo sente vicino alla sua memoria, forse non apparteneva al suo tempo ed al suo ruolo, ma quell’abito è legato comunque all’ambiente colto e ne rappresenta una testimonianza, tanto quanto gli “stralci” di architettura.
E’ comunque un aspetto significativo della Terra di Puglia, manifestazione di un artigianato prezioso  che con pari dignità la rappresenta.
Ritrovo in ogni Opera, di questa esposizione, i segni della ricerca di “contrasti”.
Contrasto tra la staticità delle figure ed il senso di movimento dato dagli alberi stilizzati percossi dal vento, contrasto tra la delicata fisionomia del fanciullo e quella rassegnata della vecchia, tra lo scorrere del filo che si dipana proiettato verso il cielo; .... il filo della vita? ............  credo di si, l’uno pensa al poi, l’altra ricorda il prima. Sensazione che colgo anche nel viso rilassato e nel sorriso discreto della vecchia Signora; a lei si contrappone la contrazione del volto sfatto della figura marmorea che sorregge la mensola; entrambi sopportano il carico del tempo, ma nella diversa espressione sta il contrasto accentuato dagli Artisti.
Le stesse espressioni delle figure, che con varie perplessità e stupore si affacciano e scrutano il fondo del vuoto, ..... contrastano tra loro.
Si sente aleggiare il senso di “cesura” tra mondi diversi, non solo perché siamo sui nostri confini, ma soprattutto perché a risaltare è il confine del tempo, il passaggio tra l’evidenza statica di ciò che è stato, la consapevole accettazione del presente e la serena aspettativa del futuro, senza che da ciò scaturisca violenza od esasperazione nella contrapposizione.
La sapiente ed accorta fusione di “sensazione”  e “tecnica” genera un insieme armonico ed equilibrato, soprattutto stimolante la riflessione.
Probabilmente se il tratto grafico non amalgamasse ed addolcisse l’immagine smozzicata dal tempo, e l’effetto tempo è sempre molto presente, non coglieremmo le tante sfumature che generano sensazioni, ci limiteremmo ad apprezzare una rassegna ben selezionata di immagini fotografiche o grafiche, che colgono con “istantanea” scorci di ambiente e vita locale come da tanti interpretati.
La percezione “a quattro occhi” e “due sensibilità” fa invece risaltare la fusione delle emozioni di una sintonia artistica , che scaturisce nell’intuizione felice di integrare ed interrelare le rispettive esperienze ed esigenze interpretative manifestandole ancora con rinnovata efficacia.
La compresenza di tratto e di immagine compongono effetti che sollecitano la partecipazione a questo processo di ricerca emotiva, ove la crudezza e genuinità del paesaggio, delle figure, degli oggetti, emergono da un contesto vissuto e trasformato.
E’ la ricerca di un passato imponente, alleggerito dai tratti morbidi del “Barocco”, che il tempo ha segnato con l’erosione della fragile pietra, rendendolo “pesante” d’età.
I colori ed i tratti definiscono immagini dimenticate, ma latenti e presenti nell’inconscio, rivelando l’intento di rapire le emozioni che gli Artisti trasferiscono nel groviglio di sagome, figure ed effetti, sapientemente gestito e da cui traspaiono porzioni strappate e squarci di realtà.
E tale processo coinvolge l’osservatore che, pur estraneo alle vicende, se ne sente attratto diventandone, a posteriori, partecipe.
L’emozione, che trasporta l’interpretazione nella ricerca di stimoli mossi da immagini nascoste e dimenticate nella memoria, scorre tra puttini, capitelli e fregi di un’Architettura “usata”, tra ricchezza di stili e povertà di abbandono alle tenaglie del tempo.
Le pietre, come i volti, antiche ed antichi, trasmettono la forza dell’originaria fierezza nel fascino delle forme e del sorriso, nella forza della luce dell’oro e della profondità delle prospettive, inducono alla positività nel giudizio dei valori d’origine.
Preziosità e povertà, antico ed attuale, luce ed ombra, immagine e tratto, vero e ricostruito, questi sono i contrasti ed il fascino che ne deriva, nell’analisi della realtà che gli Artisti trasformano in emozioni..
Le sensazioni si rincorrono in quel vortice di spezzoni di realtà che precipitano nel profondo del tempo e dello spazio, la dove sembra condurci il sorriso della bella vecchia Signora, austera nelle vesti e giovane nello sguardo.
                                                                                  Ippolito Calcagnini Estense

per le immagini vai a:
http://www.galleriadegliartisti.net/page22/page66/page66.html

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